Su un pianoro nel Comune di Grandola ed Uniti, a 509 m d’altitudine, si trova “il Rogolone” una grossa quercia plurisecolare che misura 25 metri in altezza e 8 metri di circonferenza, la quercia più grande del nord Italia e una delle più maestose d’Europa.
Questa bella passeggiata circolare parte da Menaggio, e percorrendo le tracce della ex ferrovia, che a partire dal 1884 ha portati i turisti di tutta Europa sul lago di Como, porta all’affascinante borgo di Cardano. Un bel percorso nel bosco conduce al Rogolone e dopo aver attraversati i piccoli borghi di Velzo e Codogna, dove si trova l’interessante museo del Parco Val Sanagra, si scende nella valle. Si segue il corso del fiume Sanagra in un incantevole contesto naturalistico. Infine si attraversa la soliva Loveno, zona residenziale di prestigio a partire dalla fine del Settecento, per ritornare di nuovo a Menaggio.
Descrizione
A Menaggio, da Piazza Garibaldi, si percorre Via Calvi; si attraversa la statale e si imbocca Via Caronti sul lato sinistro della chiesa di S. Stefano, in fondo si gira a destra e dopo ca. 30 m. a sinistra in Via C. da Castello. I resti del Castello lasciano immaginare quale doveva essere la sua struttura in epoca medioevale. Esso fu infatti distrutto dai signori delle Leghe Grigie nel 1523 e completamente smantellato. All’incrocio con via Strecioum si prende a sinistra la lunga scalinata (Via Rezia) che finisce in un sottopassaggio.
Percorso il sottopassaggio, s’imbocca Via Monte Grappa, che dopo 300 m sbuca sulla statale 340, e la si attraversa. Dopo aver risalito la breve scalinata si imbocca a destra la pista ciclopedonale che segue le tracce dell’ex-ferrovia della linea Menaggio – Porlezza.
La linea ferroviaria tra Menaggio e Porlezza, inaugurata nel 1884, nacque allo scopo di incrementare il turismo del nord Europa verso la regione dei laghi. Arrivati in treno a Lugano, i passeggeri proseguivano con il piroscafo fino a Porlezza e da qui con il treno fino a Menaggio. Tra le due guerre mondiali, fino al 1939, la linea ferroviaria venne sfruttata come sistema di trasporto locale, per poi cadere in abbandono al termine della seconda guerra mondiale.
Si entra in una valle e si attraversa una galleria lunga 90 m per giungere al comune di Grandola ed Uniti (377 m). Più avanti la pista si interrompe sulla Strada Provinciale di Grandola. Si gira a destra per raggiungere il bellissimo centro storico di Cardano che si raggruppa attorno a Villa Bagatti Valsecchi.
Le origini della Bagatti Valsecchi risalgono al ‘600 anche se tra il ‘700 e il ‘900 l’edificio venne ampliato e rialzato. La villa è organizzata attorno a due cortili posti su due livelli: uno si rivolge verso il torrente offrendo la visuale sulle spumeggianti acque del Sanagra che scorrono 90 metri più sotto; l’altro è in stretto rapporto con il centro storico di Cardano.
Oltrepassata la chiesa dedicata a S. Caterina si giunge di nuovo sulla S. P. di Grandola. La si attraversa e si prende Via Gonte che conduce al centro storico di Gonte. Dalla piazza, dove si trova la chiesa di S. Giovanni Battista, si imbocca Via alle Vigne sul lato destro della chiesa. La carrareccia scorre lungo la Val Menaggio affiancata sulla sinistra dal Monte Crocione (1640 m) e dal Monte Galbiga (1698 m) e sulla destra dal Monte Grona (1736 m). Dopo ca. 1 km, al bivio all’altezza di una casa, si tiene la destra. Dopo un breve tratto nel bosco si passa davanti ad una piccola cappella votiva e, dopo ca. 500 m si giunge ad un bivio dove si prende a destra. Si prosegue in leggera salita in mezzo a prati e boschi e, superati due piccoli guadi, si giunge ad un bivio dove si prende a sinistra (cartello Rogolone).
Il percorso prosegue nel bosco per arrivare, dopo un ultimo ripido strappo, alla radura dove si trova il Rogolone, la grande quercia plurisecolare (pannello informativo con informazioni sull’albero secolare).
Dopo aver ammirato la quercia, s’imbocca il sentiero che lascia la radura in alto sulla destra la direzione di Velzo (cartello). Dopo aver percorso un tratto nel bosco si arriva in ca. 40 minuti all’abitato rurale di Velzo. Si attraversa la carrozzabile che sale a Naggio, e si percorre Via Cima che conduce al centro di Velzo. Presso la casa dove si divide la stradina si tiene la destra (Via Gottro) e, sempre tenendo la destra, si sbuca su una piazzetta con una cappelletta dove si imbocca la Via Leopardi sulla sinistra, giungendo ad un lavatoio. Si attraversa di nuovo la carrozzabile e si prende la mulattiera che scende a Codogna costeggiando la bellissima chiesa parrocchiale di S. Siro.
Si raggiunge Villa Camozzi, sede del Municipio e del Museo Etnografico e Naturalistico Val Sanagra tel. +39 0344 32115. La Villa Camozzi a Grandola d Uniti fu edificata nel settecento e si presenta come una classica dimora di quell’epoca. La villa ospita il Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra .
Il museo conserva testimonianze della storia e delle tradizioni popolari della valle. Vi sono ricreati diversi ambienti naturalistici comprese esposizioni di reperti fossili e di funghi, diorami relativi alla fauna, un’esposizione documentale della ex ferrovia Menaggio-Porlezza, una sala dedicata alla musica e numerosi attrezzi appartenenti alle civiltà contadine.
Si attraversa la carrozzabile nei pressi del centro sportivo e per Via Mulino si scende al fiume Sanagra, seguendo le indicazioni per l’agriturismo La Vecchia Chioderia, antica fabbrica di chiodi e serrature, sorta sulle rovine di un precedente mulino. Ora essa è diventata un allevamento di trote, nonché agriturismo, ottimo luogo per gustare le specialità locali. Si attraversa il ponte e si prende lo sterrato (a destra) lungo il fiume per giungere in breve alla Fornace Galli, un’antica fabbrica di mattoni.
La fornace è un esempio di archeologia industriale: al suo interno si trovano un forno di cottura e gli impianti necessari per la lavorazione dell’argilla tramite la forza motrice dell’acqua. L’edificio, restaurato e messo in funzione, è la sede del Parco Val Sanagra.
Si prosegue sul percorso 4 per raggiungere la località Mulino della Valle dove si prende la sinistra in direzione Piamuro. Dopo aver superato la cappella dell’Artus, si giunge alla località Piamuro, un vasto pascolo. Da qui si scende lungo la carrozzabile verso la località Loveno per arrivare alla chiesa di San Lorenzo con la sua facciata barocca.
Loveno era storicamente meta di soggiorno per famiglie patrizie che vi edificarono importanti dimore. E’ il caso di Villa Garovaglio Ricci, e di Villa Mylius Vigoni di proprietà della Repubblica Federale Tedesca e sede del centro culturale italo tedesco Villa Vigoni, che organizza convegni ad alto livello. La villa e il suo parco sono visitabili su prenotazione tel. 0344 361232.
Si scende lungo Via Garovaglio per poi imboccare sulla destra Via XXIV Maggio che passando per la villa Belfaggio sbuca in Via Sauro. Seguendo i cartelli si sfruttano le varie scorciatoie per arrivare di nuovo a Menaggio.
Percorso più breve per raggiungere il Rogolone
A Grandola ed Uniti ci si porta, a Codogna, dove si trova il Municipio di Grandola ed Uniti (con parcheggio), posto nella settecentesca Villa Camozzi.
Sulla recinzione della villa, nella parte bassa, un cartello indica la stradina pianeggiante che porta al Rogolone. Lo si raggiunge in circa 40 ed altrettanto occorre per il ritorno. Le indicazioni frequenti non permettono di sbagliare strada.
Note:
Il Rogolone e Rogolino
Rogolone e Rogolino sono due esemplari monumentali di quercia, e sono noti anche con gli appellativi dialettali “Rugulon” e “Rugulin”. Situati nel comune di Grandola ed Uniti, a 450 m di quota, crescono in una radura appartenente alla frazione Velzo, nelle vicinanze della località “Bosco Impero”. Il Rogolone, in particolare, è un rovere secolare dalle dimensioni eccezionali: 8 m di circonferenza e 25 m di altezza che lo rendono la quercia più grande del nord Italia e una delle più maestose d’Europa. L’albero, di proprietà dell’associazione Italia Nostra, è tutelato in quanto Monumento Nazionale dal 18 dicembre 1928 e, dal 2001, è anche il simbolo del Museo Val Sanagra. Le grandi dimensioni dei due alberi hanno in passato ispirato leggende e credenze riguardo la loro età: fino a pochi anni fasi pensava che il Rogolone dovesse avere centinaia se non addirittura migliaia di anni. La tradizione legava la grande quercia al luogo dove gli anziani dei paesi vicini si erano radunati per segnare i confini tra i territori, nell’anno 1530; secondo altre interpretazioni i due alberi sarebbero stati il punto di riferimento di una località dove, nei tempi remoti, veniva celebrata una festa pagana in onore della primavera accompagnata da rituali magico-religiosi. Addirittura fino agli anni ’80 perdurarono credenze convinte che la piante avesse circa 1500 anni. Le dispute vennero risolte nel 1988, quando Italia Nostra organizzò una festa al Rogolone intitolata. “Il Rugulon: storia di un albero”, durante la quale vennero resi pubblici i risultati della datazione svolta dal Laboratorio Dendrocronologico di Losanna: il Rogolone vegeta dal 1730, ha perciò circa 280 anni, mentre il Rogolino dal 1820 ed è di 90 anni più giovane.