La Valle Cavargna è geograficamente situata a cavallo fra la fascia alpina e prealpina. L’itinerario si sviluppa attorno alla massiccia dorsale che separa la Val Rezzo dalla Val Cavargna, attraversa luoghi selvaggi e fuori del mondo. Oltre ai bellissimi panorami montani e alle passeggiate di qualsiasi livello di difficoltà, Cavargna (1071 m, il comune più alto della Provincia di Como) offre al visitatore il Museo della Valle, che raccoglie oggetti e testimonianze etnografiche della vita e delle attività locali.
Descrizione
Percorso: Menaggio – Pian di Porlezza – Carlazzo – Cusino – San Bartolomeo – San Nazzaro Cavargna – Cavargna – Passo della Cava – Buggiolo – Corrido – Porlezza – Menaggio 53 km
Si parte da Menaggio seguendo la strada per Lugano che a tornanti risale il fianco della collina portando a Croce, frazione di Menaggio. Qui ha inizio la valle Menaggio fiancheggiata sulla sinistra dal Monte Crocione (1670 m) e sulla destra dal Monte Grona (1736 m). Si attraversa Grandola ed Uniti e dopo ca. 6 km si raggiunge un rondò dove si imbocca a destra la SP10 per Carlazzo. La vista spiazza sul Lago di Piano, la piana di Porlezza e il Lago di Lugano. Giunti a Carlazzo (481 m), borgo anticamente fortificato, si piega a destra in direzione Cusino / Cavargna per entrare, risalendo il corso del torrente Cuccio, in Val Cavargna.
La valle fino a non molti anni fa fu un vero mondo a parte nel cuore delle Alpi Lepontine. Pur mostrando i segni della recente modernizzazione (la provinciale è stata costruita nel 1953), i paesi conservano ancora nuclei di originali architetture rustiche. In passato i valligiani conducevano una vita dura; il contrabbando e la migrazione divennero protagonisti della realtà locale. Negli ultimi 50 anni l’economia della valle è profondamente mutata, poiché molti abitanti hanno abbandonato il lavoro agricolo e pastorale per andare a lavorare in Svizzera.
Circa 500 metri dopo il cartello che indica l’inizio del comune di Cusino, ma ancora prima di aver raggiunto l’abitato, si consiglia una breve sosta nel piccolo spiazzo di fronte alla fermata dell’autobus per raggiungere a piedi (50 m) l’antico oratorio di S. Ambrogio. L’oratorio è di origine alto-medioevale. Un altorilievo in pietra col volto di Cristo, databile tra l’XI ed il XII secolo è incastonato sulla facciata.
A Cusino (800 m) merita una visita la parrocchiale di S. Giovanni Battista che custodisce interessanti affreschi, parcheggio di fronte alla chiesa. Edificio ad una sola navata con cappelle laterali, risale al 1300. Nel secolo XVI la chiesa, originariamente dedicata a San Giacomo, fu completamente ristrutturata incorporando ad essa l’adiacente chiesetta di S. Giovanni Battista. Nella chiesa è presente una pregevole raffigurazione del Battista. Fra il 1606 ed il 1640 fu parzialmente demolita e ricostruita, conservando il massiccio campanile tardoromanico sul quale era ubicato un grande affresco raffigurante S. Cristoforo con il Bambino sulla spalla. Recentemente questo dipinto è stato strappato e portato all’interno della chiesa assieme ad altri dipinti dei secoli XIV e XVI, regalati da privati cittadini di Cusino.
Oltrepassato prima il grosso agglomerato di San Bartolomeo e il piccolo paese di San Nazzaro, aggrappato alle pendici meridionali del Pizzo di Gino (2.245 m), la vista spazia sul Monte Garzirola con l’oratorio di San Lucio sulla cresta e il paese di Cavargna aggrappato sulle sue pendici.
Si attraversa il torrente Cuccio e appena passata la frazione Segalé si supera la deviazione per la Val Rezzo. Prima di imboccare questa strada (aperta da aprile a fine ottobre) ci si alza al paese di Cavargna 1071 m, il comune più alta della Provincia di Como, dove si parcheggia l’auto davanti al municipio. La splendida vista abbraccia tutta la valle e la vetta del Pizzo di Gino 2245 m sulla sinistra.
Cavargna offre al visitatore “Museo della Valle”, di fronte alla chiesa moderna, Il museo raccoglie nelle sue sale oggetti e testimonianze etnografiche della vita e delle attività della valle, riproducendo suggestivi ambienti ormai quasi del tutto scomparsi. Sono illustrati la storia della valle, le figure del magnano, del fabbro, dell’alpigiano, del boscaiolo, del falegname e del contrabbandiere, oltre a vari aspetti dell’esistenza quotidiana. Stagnini, calderai, ramai, magnani, sono le diverse denominazioni di lavoratori ambulanti, spesso veri e propri emigranti stagionali che lavoravano il rame riparando recipienti per uso domestico rivestendone le superfici interne con un sottile strato di stagno. Non a caso l’attività del magnano compare nelle stesse aree dove nei secoli precedenti si era praticata l’estrazione del ferro. aperto da Pasqua al 1 novembre sabato e domenica dalle 14.00 alle 17.00 – negli altri giorni su richiesta tel. +39 0344 63162.
Si torna al bivio per la Valrezzo e si risale a tornanti il dosso boscoso che divide la Val Cavargna dalla Val Rezzo. Si giunge al passo della Cava e all’inizio della discesa si scorge sulla sinistra la diroccata caserma della Guardia di Finanza; i militari vigilavano il confine, sbarrato da una lunga rete metallica detta “ramina”, per individuare eventuali azioni di contrabbando. Questa attività consisteva nel passare clandestinamente la frontiera con merce varia, in modo da evitare i dazi doganali. Nella zona della Val Cavargna, sia per la sua posizione geografica sia per il fatto che nei tempi passati i valligiani conducevano una dura vita di privazione, il contrabbando era protagonista della realtà locale.
Sulla destra si stacca l’inizio dello sterrato che conduce al bellissimo oratorio di San Lucio 1.541 m (raggiungibile in 1.30 di cammino) che risale al ‘500 posto sul confine italo-svizzero. L’oratorio è dedicato al Santo patrono dei casari e degli alpigiani, persona mite venerata per la sua generosa carità.
Oltrepassato il paese di Buggiolo, la strada tortuosa scende al paese di Corrido, piccolo borgo costruito su un ripiano roccioso. All’altezza del comune si prende a sinistra nella direzione di Carlazzo. Una bella vista panoramica si gode dal sagrato della chiesa dei SS. Materno e Martino.
Si riprende la strada per Carlazzo passando sopra il ponte “del Saltone”, strapiombo di 136 m sopra il fiume Cuccio. Si giunge di nuovo a Carlazzo e si riprende la strada scende con una bella vista sul lago di Piano per raggiungere di nuovo la statale e Menaggio.