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San Benedetto in Val Perlana

San Benedetto in Val Perlana

Itinerari a Piedi

Questo percorso interessantissimo, soprattutto sotto l’aspetto storico artistico, parte dal Santuario della Beta Vergine del Soccorso (400 m) situato sopra la località di Ossuccio, all’inizio della Val Perlana. Dal Santuario un sentiero conduce in fondo alla Val Perlana dove sorge il Monastero di San Benedetto (817 m).

Dal monastero, percorrendo il lato opposto della valle, si giunge all’Abbazia dell’Acquafredda per poi scendere a Lenno, dove finisce l’itinerario.

Descrizione

Dall’imbarcadero di Lenno si segue il lungo lago a sinistra (Viale C. Lomazzi) fino a raggiungere la piazza XI Febbraio, dove si trovano la chiesa di S. Stefano e l’antico battistero ottagonale, databile alla seconda metà dell’XI secolo. Si attraversa la statale tramite un sottopassaggio, quindi ci si dirige  verso nord e appena oltrepassato l’ufficio postale (poco distante dalla fermata del bus) si imbocca il viottolo a sinistra per il Santuario della B.V. del Soccorso.

Il viottolo sale leggermente, dopo aver passato “La Cooperativa”, si prosegue per circa 50 metri e si volta a sinistra passando davanti alla chiesa della Santissima Trinità. Dopo circa 20 metri, al bivio, si volta a destra per Via Don Cadenazzi per poi imboccare Viale Libronico a sinistra. Proseguendo sempre diritto si ignora il bivio per l’Abbazia dell’Acquafredda, che si può intravedere in alto sulla destra. Al prossimo bivio, girare a destra (seguendo le indicazioni) per sbucare su una stradina, che si segue a destra (a sinistra si trova il nucleo storico di Molgisio); al bivio successivo, dal quale si può già vedere la prima cappella, si prende a sinistra ignorando la Via ai Monti.

La prima cappella è dedicata all’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine, da qui comincia la salita della Via Crucis che lungo un viale acciottolato, abbellito da maestosi platani, conduce al Santuario della Beata Vergine del Soccorso. Le cappelle sono affrescate e decorate con statue e stucchi da artisti della scuola Intelvese. Questi tempietti, dedicate ai Misteri del Rosario, furono realizzate tra il 1635 e il 1714 e si inseriscono nel quadro dei sacro monto Prealpini di Piemonte e Lombardia, complessi sacri posti allo sbocca delle vallate alpine in luoghi di particolare interesse paesaggistico. Scopo dei Sacri Monti era quello di favorire, con il pellegrinaggio, il rafforzamento della fede.

Il percorso si conclude con la chiesa della Beata Vergine che conserva al suo interno pregevoli affreschi e stucchi nonché un trecentesca Vergine con Bambino. La statua, oggetto di particolare venerazione, è opera dei Maestri Campionesi. Il Santuario è meta ancora oggi di numerosi pellegrini.

Il sacro Monte di Ossuccio nel 2003 fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Dal piazzale del Santuario si sale per la ripidissima strada acciottolata che porta alle baite di Preda. Lasciata a sinistra la mulattiera per il rifugio di Boffalora, si prosegue diritto, in leggera salita superando le baite semi crollate di Garubio e Pelenden, di antica origine, legate alla proprietà dei monaci di San Benedetto.

Si attraversa il torrente San Benedetto e quindi divallando tra larici e pini si giunge alla basilica di San Benedetto del undicesimo secolo, un importante esempio di romanico maturo. La chiesa a tre navate divise da pilastri e con tre absidi, fu eretta intorno al 1080. Il monastero (chiostro e fattoria) fu invece terminato intorno al 1090. L’abbandono da parte degli stessi monaci nel 1298, ne provocarono il lento ma inesorabile degrado. Negli anni cinquanta la chiesa del monastero di San Benedetto fu restaurata; oggi è in corso il restauro del monastero. Anche se nei secoli ha perso la sua originaria funzione politico ed economico, il suo fascino arcano è ancora del tutto vivo. All’antico monastero sono ancora legate le popolazioni vicine, ed in particolare gli abitanti di Ossuccio e di Lenno, che si danno convegno per assistere alla Messa il primo di maggio di ogni anno.

Si prende poi dietro la chiesa il sentiero che risale l’altra parte della Val Perlana. Si attraversa il torrente Perlana e dopo aver passato alcuni agglomerati, si giunge in forte discesa all’Abbazia dell’Acquafredda. L’Abbazia dell’Acquafredda,così chiamata dalla sorgente che scaturisce sul suo sagrato, fu fondata nel 1147 da Enrico, monaco cistercense dell’Abbazia di Morimondo, nella località Roncale (Lenno). Dell’antica struttura rimane l’abside e la cappella del vescovo Agrippino, le cui spoglie furono trasportate dall’Isola Comacina; la chiesa, dedicata a S. Maria dell’Uliveto, è affrescata dal Fiammenghino.

Si scende lungo la stradina che sbuca di nuovo in Viale Libronico che si segue a sinistra. Da qui si segue la strada di andata per tornare alla fermata dell’autobus oppure all’imbarcadero di Lenno.

Indicazioni stradali e parcheggio

Indicazioni stradali →

Parcheggio

A Lenno parcheggio in Via Diaz

Con i mezzi pubblici

Per Lenno autobus linea C°10 oppure battello o aliscafo.

Galleria