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Villa Erba a Cernobbio

Il giro in battello del Primo Bacino

Itinerari in battello

Il battello è il migliore mezzo di trasporto per conoscere il Lario, per apprezzare i suoi paesaggi e per ammirare le ville e i signorili palazzi che lo hanno reso celebre nel mondo. Con l’acquisto del “biglietto circolare” si può compiere l’intero percorso di circa un’ora del Primo Bacino restando a bordo della motonave o effettuare a vostra discrezione soste intermedie visitando i paesi di questa zona del Lario.

Descrizione

Non tutti i battelli sono accessibili con la sedia a rotelle. Al momento dell’acquisto del biglietto della Navigazione, è consigliabile verificare la programmazione dei motoscafi e l’orario più adatto. Ai disabili in carrozzina segnaliamo la poca accessibilità dei paesi di Moltrasio e Torno a causa della presenza di scalinate e acciottolati 

 Nel lasciare il porto di piazza Cavour, notiamo a est il tracciato della funicolare e a ovest il neoclassico Tempio Voltiano, sede di un piccolo museo dedicato ad Alessandro Volta, il Monumento ai Caduti di Giuseppe Terragni e l’imponente Villa Olmo che fu eretta là dove un tempo vuole la leggenda, sorgeva una villa romana, citata da Plinio il Giovane e caratterizzata da un grande esemplare di olmo (da cui il nome). Il parco che la circonda è pubblico. Furono gli Odescalchi, una delle famiglie nobili più antiche di Como, da cui discese anche un papa (Innocenzo XI, 1611-1689), a commissionare il palazzo, tra il 1782 e il 1789, all’architetto ticinese Simone Cantoni. Gli Odescalchi volevano una residenza sontuosa, che desse lustro al casato e Cantoni realizzò un capolavoro del neoclassicismo lombardo. Tra la villa e il lago fu approntato un giardino all’italiana con siepi geometriche.

Oltrepassata la Diga Foranea con l’imponente installazione in acciaio Life Electric di Daniel Libeskind, doppiamo la Punta di Villa Geno a est, con la sua bella fontana il cui getto può raggiungere i 45 metri d’altezza, e, superata l’eclettica Villa Cornaggia Medici, ci dirigiamo verso Cernobbio.

Dopo lo scalo di Tavernola, ammiriamo a ovest l’ottocentesca Villa Dozzio  al centro di un ampio parco all’inglese, raro esempio di giardino in piano del lago di Como.

Oltre la foce del torrente Breggia, si intravedono  i padiglioni in vetro del centro espositivo congressuale Villa Erba  costruiti nel 1986 su progetto dell’architetto Mario Bellini, ispirandosi alle antiche serre del lago. La villa, dalla caratteristica torretta, risale all’inizio del Novecento e rappresenta uno splendido gioiello dello stile eclettico neorinascimentale. Il suo nome è legato a quello del regista italiano neorealista Luchino Visconti che qui trascorse parte della sua vita. Molto bello è il parco. Il complesso viene utilizzato per fiere, congressi, eventi, matrimoni vip e spettacoli di caratura internazionale, nonché come set  di film come Ocean’s Twelve o The Luzhin’s Defense.

Oltrepassata la Villa Erba, giungiamo a Cernobbio. Sulla bella piazza a lago si trova l’imbarcadero in stile liberty di inizio Novecento.

CERNOBBIO Sorge alle pendici del Monte Bisbino (1325 m s.l.m.) e con i suoi 6500 abitanti è uno dei centri più grandi del lago di Como. Per la sua felice posizione geografica divenne luogo ideale di villeggiatura e i nobili vi costruirono palazzi e ville sontuosi. Nell’Ottocento il turismo e, in generale, lo sviluppo industriale ne hanno modificato profondamente l’aspetto, trasformando Cernobbio da piccolo borgo di pescatori a località alla moda. Sulla Riva si susseguono caffè e ristoranti dove è piacevole sostare. A chi vuole conoscere la cittadina, consigliamo di addentrarsi nel suo cuore storico, tra la settecentesca chiesa di S. Vincenzo, dalla singolare facciata in cotto, e la medievale piazzetta Castello, per poi continuare lungo la via XX Settembre fino all’incrocio con la piazza Bellinzaghi. Qui sorge la seicentesca Chiesetta della Madonna delle Grazie. All’interno si ammira una venerata immagine della Madonna del Latte. Si torna poi verso il centro di Cernobbio seguendo la via Regina. Al civico n. 43 segnaliamo la Casa Cattaneo progettata in forme razionaliste da Cesare Cattaneo negli anni 1938-39. Dalla piazza Mazzini si può voltare a sinistra e ritornare all’Imbarcadero. Agli amanti dello stile liberty segnaliamo invece, al civico n. 7 della via Regina, la Villa Bernasconi con bellissime decorazioni realizzate nei materiali più disparati. Tra queste, meritano particolare attenzione elementi a forma di farfalla e bozzoli di bachi da seta in onore del committente, l’industriale serico Davide Bernasconi, proprietario di un’importante tessitura che sorgeva nel parco della villa. Del complesso facevano parte anche le abitazioni degli operai e un asilo. Chi volesse conoscere la storia della casa e della famiglia Bernasconi può visitare il museo aperto all’interno della villa. www.villabernasconi.eu

Il battello prosegue la sua corsa e ai nostri occhi appare l’imponente sagoma bianca della celebre Villa d’Este. Quello che oggi è uno degli hotel più lussuosi e famosi al mondo, scelto da vip, tycoon e star internazionali, fu eretto alla fine del Cinquecento dal potente cardinale comasco Gallio. Tra i proprietari che si sono succeduti modificandone profondamente l’aspetto, ricordiamo Carolina di Brunswick, sfortunata consorte di Giorgio IV, re d’Inghilterra. In suo onore fu costruito nel 1856 il Padiglione della Regina (edificio rosso). La trasformazione in albergo di lusso avvenne nel 1873.

Si supera ora il promontorio del Pizzo, dove sorge l’omonima villa. Essa deve la sua fama allo stupendo parco terrazzato, letteralmente strappato dall’uomo alla montagna, abbellito da scalinate, giochi d’acqua, siepi dalle forme geometriche e viali alberati, tra cui quello dei Cipressi. Di proprietà privata, la villa è location per feste e matrimoni, ed è stata scelta anche dal cantante pop John Legend per le sue nozze con Chrissy Teigen

*Ora i battelli che proseguono per Moltrasio doppiano il promontorio del Pizzo con a mezza costa l’ottagonale mausoleo della villa. Subito dopo, in posizione appartata sul lago, scorgiamo un’altra delle ville che hanno reso celebre il Lario nel mondo, la Villa Fontanelle, meglio conosciuta come Villa Versace perché a lungo di proprietà dello stilista Gianni Versace e della sua famiglia che qui hanno spesso ospitato vip internazionali. Ci avviciniamo al pontile di Moltrasio e, in posizione elevata, vediamo la bianca Villa Passalacqua, possente e sobrio edificio settecentesco, in parte nascosto dalle piante, ma riconoscibile anche dal bel giardino terrazzato e dallo scenografico scalone. La villa che ha ospitato tra gli altri Eugenio Torelli Viollier, fondatore del Corriere della Sera, è oggi un resort di lusso. A destra del pontile della navigazione, Villa Salterio Erker Hocevar con un bel timpano a decorazioni neoclassiche. Sia la Villa Passalacqua sia la Villa Salterio Erker Hocevar hanno ospitato a lungo  Vincenzo Bellini che qui compose alcune celebri arie, traendo ispirazione da due donne: Giuditta Turina con cui intrecciò una passionale storia d’amore e Giuditta Pasta, notissima cantante lirica nonché proprietaria di una villa a Blevio, sulla sponda opposta del lago.

MOLTRASIO è un paese di circa 1600 abitanti composto da svariate frazioni che dal lago si inerpicano sui monti, quei monti dalle cui cave anticamente si estraeva una pietra scura molto utilizzata nell’edilizia locale. Sono realizzati in Sasso di Moltrasio, ad esempio, la Basilica di S. Abbondio, la Basilica di S. Fedele e la cinta muraria a Como. Appena sbarcati dal battello, notiamo, sul lato sinistro della piazzetta, l’Oratorio di S. Rocco in forme barocche. Un portico collega la chiesetta con l’Albergo Posta, già segnalato in una mappa settecentesca del Catasto teresiano. Sul lato destro invece troviamo la Villa Salterio Erker Hocevar con in facciata una targa che ricorda il soggiorno presso la villa del maestro Bellini e che oggi ospita un caffè. Da qui si può giungere al centro del paese risalendo la via Recchi, fiancheggiando giardini e orti privati, muriccioli e case in pietra moltrasina. Allo slargo giriamo a sinistra in via Durini e, continuando sulla strada acciottolata, arriviamo a un ponticello in pietra a schiena d’asino che oltrepassa la spettacolare cascata del torrente Pizzallo, attorno al quale si sviluppa il Borgo, il cuore di Moltrasio. Saliamo ancora e giungiamo in una piazzetta dove sorge la Parrocchiale di S. Martino. La chiesa ha origini molto antiche, come dimostrano i resti romanici inglobati nel campanile. L’aspetto attuale è però il risultato di rimaneggiamenti cinque – seicenteschi. Al suo interno si conservano pregevoli opere d’arte: affreschi e stucchi seicenteschi nella navata di sinistra, una Crocifissione rinascimentale e, soprattutto, un polittico eseguito dal leonardesco Alvise De Donati nel 1507 (Natività con santi) nella navata di destra. Da qui, procedendo verso nord, in circa 15 minuti possiamo raggiungere la frazione di Tosnacco e la via Linera e proseguire lungo la panoramica Via Verde fino alla frazione Torriggia di Laglio. Oppure, a sinistra della chiesa, percorriamo la panoramica via Besana con belvedere su Torno e Blevio (bambini: pericolo auto) e fiancheggiamo il muro merlato che cinge il giardino della Villa Passalacqua fino a scorgere il campanile della chiesa di S. Agata, piccolo gioiello dell’architettura romanica (XI sec.). Anche se l’edificio è visitabile solo pochi giorni all’anno, vale comunque la pena giungere fin qui. Situata lungo il percorso dell’antica via Regina (vedi box), S. Agata presenta un’interessante struttura in pietra a vista con decorazione ad archetti pensili. Degli affreschi che la decoravano esternamente, rimangono solo pochi lacerti, tra cui un Martirio di S. Agata e un San Cristoforo (XIII secolo). Internamente conserva parte della decorazione originaria. A sinistra della chiesa, si nota il cancello neogotico della Villa Passalacqua. Da qui torniamo sui nostri passi e imbocchiamo sulla destra lo stretto passaggio Pos Palazz che dopo ca. 40 metri incontra via Raschi. Si ridiscende per questa strada acciottolata, la cosiddetta Scala Santa, un tempo utilizzata per le processioni religiose e, giunti in prossimità del lago, giriamo a sinistra oltrepassando il Grand Hotel Imperiale e il monumento a Vincenzo Bellini (1997) dello scultore Massimo Clerici.

LA VIA REGINA

La sponda occidentale del lago di Como è percorsa oggi per tutta la sua lunghezza dalla statale 340, la cosiddetta Strada Regina. Questa strada ricorda nel nome uno storico tracciato che anticamente, attraverso Como, univa Milano alla Val Chiavenna e Coira (Svizzera). La tradizione attribuisce la sua costruzione a Teodolinda, regina longobarda. In realtà la Via Regina è di epoca romana (I sec. a.C.) come documentano le fonti storiche. Il fatto però che non siano mai stati ritrovati gli elementi tipici delle strade importanti romane (viadotti, pietre miliari, stazioni di cambio dei cavalli) ha fatto insinuare il dubbio che  con Via Regia i Romani intendessero la via del lago. Dal porto di Como infatti, con il favore dei venti, le imbarcazioni della flotta imperiale qui stanziata avrebbero potuto raggiungere la punta nord del Lario in poco più di una giornata e in condizioni di maggior sicurezza e agio rispetto alla via di terra destinata ai traffici locali, ai trasporti leggeri e ai pedoni.

 

Il battello lascia ora la sponda occidentale del lago per dirigersi a est verso Torno. Notiamo sulla sinistra un promontorio, sulla cui punta si estende il bellissimo parco della Casa di Riposo Prandoni. Giungiamo così a Torno con la sua caratteristica piazza a lago (foto 10) su cui si affacciano belle case tipiche, un porticciolo turistico e la quattrocentesca chiesa di S. Tecla. Il paese conobbe anticamente una certa importanza storica ed economica grazie alla produzione dei panni-lana. Distrutta nel Cinquecento non tornò più agli antichi splendori, ma questo, in un certo senso, ne ha preservato l’aspetto medievale e la tipicità. Per le sue caratteristiche ambientali, la ricchezza del suo patrimonio artistico e l’offerta turistica, il paese è stato insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

TORNO
A chi decide di sbarcare dal battello, consigliamo innanzitutto una visita alla piccola chiesa di Santa Tecla, edificio di probabile origine romanica, ma molto rimaneggiata tra 1400 e 1600. Oltre al bel portale rinascimentale, da non perdere al suo interno un bellissimo Compianto (Madonna con Cristo deposto) dell’inizio del Cinquecento in legno intagliato e dipinto. Di nuovo in piazza, continuiamo la nostra passeggiata risalendo le antiche viuzze che si snodano nel centro storico, tra scalinate, edifici in sasso, cappellette e scorci suggestivi. La nostra prossima meta è la chiesa di San Giovanni. Attraversiamo la strada provinciale all’altezza di piazza Caronti, proseguiamo sulla via Tridi, la via al Pozzo e riattraversiamo la strada provinciale. Nell’omonima piazza sorge San Giovanni, chiesa costruita nel XII secolo, come testimonia lo slanciato campanile ornato da bifore e archetti ciechi, ma restaurata e ampliata nel XIV secolo secondo lo schema del gotico locale degli archi-timpano. Molto bello è il portale marmoreo di fine Quattrocento con statue e rilievi attribuiti alla scuola dei Rodari, già attivi nella Cattedrale di Como. La zona absidale è un trionfo di stucchi e dipinti barocchi ed è preceduta da un tramezzo con affreschi seicenteschi e una bella cancellata. Uscendo dalla chiesa si nota a destra un grazioso giardinetto e un piccolo cimitero da cui si può godere di una fantastica vista sul lago. A questo punto si riprende il cammino per la piazza Casartelli, da dove partono i battelli.

Lasciato il paese di Torno, il battello si può dirigere o a nord, verso Urio, o a sud verso Como. Nel primo caso, oltre la punta della già citata Casa Prandoni, possiamo ammirare il confinante parco della Villa Mia, residenza di fine Ottocento, da anni proprietà della famiglia reale saudita. Sulla stessa sponda, ancora più a nord, sorge in posizione isolata la possente Villa Pliniana. Il palazzo, costruito alla fine del Cinquecento per il governatore spagnolo di Como, Anguissola, ingloba un torrente intermittente, la Pluviana, già nota ad amanti della storia naturale come Plinio il Vecchio e Leonardo da Vinci. La fonte, dopo aver attraversato il sottosuolo ed essere passata sotto la villa, si getta nel lago attraverso l’arco a tutto sesto che si apre a filo d’acqua. La villa sembra essere ammantata di fascino e mistero ed è sempre stata protagonista di leggende e vicende quando appassionanti quando tragiche e set di film come Malombra. La villa è oggi un resort di lusso.

In direzione sud, invece, verso Como, il battello costeggia, sulla sinistra, la sponda di Blevio, piccolo borgo che a partire dal 1800 raggiunse una certa notorietà quale località di residenza amata dal “jet set” internazionale. Si riconoscono in successione, a partire dal limitare meridionale di Torno, Villa Taverna dall’inconfondibile struttura a C con due ali settecentesche che si protendono verso il lago e un corpo arretrato ottocentesco con grande orologio in facciata. Il fabbricato è stato frazionato in appartamenti ed è ora un condominio di lusso. Segue poi Villa Roccabruna che ospita dal 2010 un lussuoso albergo a cinque stelle. Sull’area dove oggi sorge l’hotel, possedeva una villa la cantante lirica Giuditta Pasta (1797-1865), musa ispiratrice del compositore Vincenzo Bellini.

A sinistra del campanile della chiesa dei Ss. Epimaco e Gordiano si erge la fiabesca Villa Usuelli, castelletto torreggiante sull’acqua dove visse a lungo una delle più grandi ballerine di tutti i tempi, Maria Taglioni (1804-1884) che introdusse nel balletto romantico sia il tutù sia la danza sulle punte. A destra del campanile, notiamo la monumentale Villa Da Riva  che ospita oggi la cantante pop italiana Ivana Spagna. Segue poi la neorinascimentale Villa Mylius Cademartori  dalla caratteristica torretta. Diventata condominio di lusso, ha annoverato tra i suoi inquilini personaggi famosi come la cantante italiana Milva e i calciatori Karl Heinz Rumenigge e Andry Schevcenko. L’ultima villa che segnaliamo, prima di rientrare a Como, è la singolare Villa Troubetzkoy, fatta costruire a picco sugli scogli da un principe russo in esilio su modello degli chalet nordici e caratterizzata da un ascensore che collega l’edificio alla strada.

Indicazioni stradali e parcheggio

Indicazioni stradali →

Con i mezzi pubblici

Punto di partenza: COMO, piazza Cavour, pontile 4. Per poter seguire al meglio il presente itinerario, consigliamo le partenze dei battelli alle :15’ di ogni ora.

Durata: 1 ora + eventuali soste

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